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L'anello della Val Colla: un vero gioiello idrico

La gestione degli acquedotti del comprensorio è spesso uno di quei mestieri che passa in secondo piano. L’acqua scorre dai rubinetti, arriva sia in casa che alle fontanelle del parco, fresca, economica e di ottima qualità, possiamo utilizzarla per dissetarci, cucinare e lavarci.

25 luglio 2022

L'anello della Val Colla: un vero gioiello idrico

 Tutto ciò non è scontato ed è possibile grazie al lavoro costante e certosino dei professionisti che monitorano la qualità delle acque, che siano esse sorgive, di falda o di altra provenienza. A questo riguardo, oggi abbiamo intervistato i nostri ingegneri e progettisti Mattia e Matteo su un progetto molto particolare: il cosiddetto “anello” della Val Colla.

Cos’è l’anello della Val Colla?

Fino ad una decina di anni fa, la Val Colla era composta da quattro Comuni separati, ognuno dotato dei propri acquedotti, sorgenti e… problemi.  Infatti, alcuni Comuni disponevano di troppa acqua, altri ne avevano troppa poca o altri ancora ne avevamo a sufficienza ma con problemi di qualità.

Nota bene, tutta la Val Colla è approvvigionata al 100% da acque sorgive, circa venti sorgenti, e con l’introduzione dell’ordinanza sull’acqua potabile e sull’acqua per piscine e docce accessibili al pubblico (OPPD) nel 2016, la tolleranza sulla presenza di determinate sostanze nell’acqua potabile è diminuita sensibilmente, fino anche ad un quinto. A causa dell’onerosità dei trattamenti alcune sorgenti sono state dismesse.

Il Cantone ha elaborato un piano di approvvigionamento idrico che permettesse delle ridondanze (per questo viene definito “anello”), cosicché si potesse sopperire alle mancanze o agli esuberi, o ancora per tutelarsi in caso di incidenti, come ad esempio l’inquinamento di una sorgente. Nasce così il progetto della Val Colla: con l’aggregazione dei vari Comuni al comprensorio luganese, avvenuta nel 2013, gli acquedotti che prima erano separati ed isolati, adesso, grazie al progetto dell’anello, sono collegati ed integrati. Ad oggi i lavori sono arrivati a coprire il 90% del progetto, rimangono ancora da concludere il tratto tra Scareglia e Insone e il nuovo serbatoio di Certara.

Per portare a termine questi lavori è stato necessario un investimento di 5 milioni di franchi. Le opere previste dal piano cantonale dell’approvvigionamento sono sussidiate dal cantone.

Quindi è dal 2013 che le AIL SA gestiscono anche l’anello della Val Colla. In che modo se ne occupano?

Non è necessario ricordare che siamo costantemente all’opera per garantire un servizio (e un’acqua) di eccellente qualità. Aggiungerei anche che c’è sempre margine di miglioramento, perché comunque potremmo causare dei disagi limitati nel tempo durante i lavori, con lo scopo finale di apportare un miglioramento a tutta la comunità. La nostra gestione dell’acquedotto consiste in controlli regolari alle sorgenti, seguendo tutte le indicazioni imposte dalla legge. Anche prima del 2013 venivano condotti controlli da addetti incaricati dai singoli Comuni, ma la gestione di un acquedotto diventa un lavoro sempre più complesso, oneroso ed impegnativo per i piccoli Comuni, sia per l’evoluzione dello stato della tecnica che per il cambiamento climatico in corso. Una volta assorbiti da noi, gli acquedotti della Val Colla hanno potuto godere della garanzia nei controlli e della qualità dei professionisti del settore per il lato gestionale, la telegestione e anche per la possibilità di prelievo di acqua in caso di incendi. Non possiamo negare che durante i lavori abbiamo anche causato dei disagi, di cui colgo l’occasione per scusarmi a nome delle AIL.

Incendi ed acquedotti, che legame c’è tra l’uno e l’altro?

È molto semplice, per assicurare sempre un livello sufficiente di acqua in caso di incendio, c’è un quantitativo minimo sotto il quale la vasca non può scendere di volume. Se prima del 2013 ogni Comune doveva possedere la propria riserva antiincendio, ora invece è centralizzata nel serbatoio di Colla che, essendo il più capiente di tutta la valle, contiene una quantità di acqua sufficiente per sopperire alle necessità in caso di incendio in qualsiasi altro ex Comune dell’anello.

Prima mi avete detto che alcune sorgenti sono state dismesse a causa dei problemi relativi alla qualità dell’acqua, com’è la situazione ad oggi?

Ad oggi l’acqua è disinfettata tramite impianti a raggi UV ed è stato implementato anche un protocollo che ne attesta la potabilità costante: l’HACCP. L’acronimo HACCP deriva dall’inglese “Hazard Analysis and Critical Control Points” che in italiano si traduce con “analisi dei rischi e punti critici di controllo”. Si tratta di un insieme di procedure volte a tutelare il consumatore, garantendo la salubrità degli alimenti, focalizzando l’attenzione in particolar modo sulla prevenzione dei rischi piuttosto che sull’analisi del prodotto finito, e concentrandosi sui punti critici di controllo. In futuro sono comunque previsti dei risanamenti di alcune sorgenti per migliorarne ulteriormente la qualità.

Quindi possiamo dire che l’anello della Val Colla è un vero e proprio gioiello idrico ticinese. C’è un elemento particolare che possiamo magari definire come “la perla” del progetto?

Sì, direi che unanimemente possiamo tutti definire il serbatoio di Scareglia (in foto) come la perla della Val Colla, il primo in Ticino composto da vasche prefabbricate interamente in acciaio inox. Rispetto ad un serbatoio in plastica, il metallo non rischia di deformarsi, è inoltre il materiale ottimale considerato che è a contatto con l’acqua, derrata alimentare fondamentale. Le condizioni geologiche devono essere favorevoli quando si ha a che fare con il prefabbricato, perché è importante evitare il rischio di rotture che potrebbero avvenire in caso di terreno franabile o eccessivo pendio. Una curiosità è che le vasche del serbatoio di Scareglia sono state trasportate su gomma fino a Maglio di Colla e poi posate tramite l’utilizzo di Kamov, uno degli elicotteri più grandi a disposizione in Svizzera, necessario a causa del peso delle vasche (4200 kg l’una) e alla quota di posa: 1’100msm.

Avete mai gestito altri cantieri così lunghi?

Quello della Val Colla è stato una sorta di progetto a catena per noi. Ogni volta che si concludeva una parte, si iniziava a sistemarne subito un’altra. Sapevamo che sarebbe stato così fin da principio, si è sempre trattato di un progetto veramente vasto e molto lungo. Però siamo arrivati all’incirca al suo termine. Indicativamente, sarà tutto completo per il 2023.